Gay & Bisex
Finale a sorpresa
di corsaro200
07.01.2025 |
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"Avesse avuto tutte le cose giuste il mio desiderio sarebbe stato chiaro e preciso, a una femmina le si scopa la fica..."
Solo e riservato per carattere ho chiesto alla direzione di darmi un tavolo appartato. All’ora di pranzo sono tra i primi a prendere posto e constato con piacere che sono stato accontentato in pieno, l’unica sedia al tavolo undici ha la spalliera che tocca il muro e mi siedo. Dalla mia posizione posso vedere tutti i tavoli della sala, ne conto sedici, tante devono essere le stanze dell’albergo di Abano Terme che mi ospita per le cure termali. Di tavoli occupati da singoli ce ne sono altri quattro, gli altri per la maggioranza sono per coppie, qualcuno da tre e uno con quattro sedie. Nei primi dieci, quindici minuti ho assistito all’ingresso in sala di tutti, o quasi, gli occupanti dei tavoli. Gli altri singoli sono due donne e due uomini e di questi ultimi uno, senza capelli, bassino e con una vistosa pancia, potrebbe come me essere sulla cinquantina, l’altro più giovane, poco più di quaranta e un fisico piacente, appena seduto ha cominciato a smanettare col cellulare. Io non so come mi vedono gli altri ma fisicamente sono un metro e ottanta di altezza, peso ottanta tre chili e ho occhi verdi, “dietro i quali si capisce che c’è un cervello funzionante”.
Queste parole le ho virgolettate perché mi sono state attribuite da altri e le ho considerate appropriate.
Gli ultimi a fare l’ingresso in sala sono una femmina e un maschio che, provando a descrivere, risultano identici con leggere sfumature che vanno a caratterizzarne il sesso e fanno di ognuno un magnifico esemplare del proprio genere. Dal momento in cui sono entrati hanno catturato il mio interesse. Lei mi sta di spalle, lui di fronte e, più che guardare, mi fissa e muove la bocca. Il segnale che mi arriva al cervello è che quella bocca parla di me a chi, data la posizione, non può vedermi.
Finito di mangiare la prima pietanza, nel mentre i camerieri sparecchiano, al tavolo della coppia c’è movimento, i due si alzano e il maschio per galanteria sposta la sedia della femmina che si dirige verso la toilette. Al ritorno però c’è un cambio di scena i due si scambiano di posto e chi prima era di schiena ora è di fronte a me.
Con questo scambio mi sento più tranquillo perché lo sguardo che si posa su di me, pur avendo la stessa profondità, ha contorni diversi, quelli di una femmina bella, bellissima che manda lo stesso messaggio ma mi trova più disponibile. Quell’interesse, quelle attenzioni che invece prima mi venivano da un maschio, mi avevano turbato profondamente, non ero capace di respingerle ma neanche ero pronto ad accettarle, ignoravo ci fosse in me questa doppia natura, questa bisessualità.
I messaggi che mi arrivano da chi mi sta difronte sono più che espliciti, il cibo portato alla bocca con una posata o con le mani diventa un atto sensuale e sessuale perché lo stanno ricevendo labbra atteggiate a prendere non il cibo ma altro, e la risposta netta e precisa la avverto dentro i miei pantaloni con un’erezione che se non fossi seduto mi avrebbe molto imbarazzato. Sono costretto a portare una mano sotto il tavolo a raddrizzarmi il pene che impuntandosi alle mutande mi fa male. Questo mio gesto captato e capito da chi mi sta difronte viene spiegato al maschio di spalle che, girando la testa verso di me, mi sorride strizzando un occhio.
Finito il pranzo ci si alza dai tavoli con rumore di sedie e la calca al bar dove viene servito il caffè e/o l’ammazza caffè. La coppia rimane invece seduta e il maschio ruota un po’ la sedia verso di me per non farsi venire il torcicollo a furia di guardare indietro. Anche io resto al tavolo. Quando al bar sono in pochi mi alzo per primo, mi avvicino al bancone e chiedo una genziana.
Una voce maschile dietro di me che mi sta molto vicina, senza ripetere il nome della bevanda, chiede.
- Anche a noi due.
Io mi giro, vedo una mano tesa verso di me e sento.
- Piacere Marco. Lei è Elena.
E io.
- Giacomo. Piacere.
- Da dove viene?
- Pescara e voi?
- Milano. Scusi giovanotto, ce li può servire al tavolo?
- Ma certo, accomodatevi, vi servo subito.
Ci sediamo. Marco è di una disinvoltura che mi sbalordisce, le solite banalità tra persone che si sono appena presentate gli escono di bocca con disinvoltura, io a fatica gli rispondo. Sono teso e impacciato, non mi capisco. È più che evidente che Elena è interessata a me, i suoi occhi di fuoco mi stanno divorando, non dice una parola ma il suo fare è più che eloquente, e questa cosa la trovo naturale, è una femmina e io un maschio. Marco non mostra alcun fastidio, anzi mi fa capire in modo più che esplicito che il suo interesse per me non è diverso da quello di Elena, è interesse sessuale. La cosa non mi quadra, io sono un maschio e lui pure. Non mi quadra ma non sto scappando. Il mio turbamento è visibile, quelle due volpi lo hanno capito, è il momento di affrettarsi, sono pronto e maturo per essere colto. Così Elena mi invita ad alzarmi, mi si mette sottobraccio e mi guida verso l’ascensore.
Non appena le porte dell’ascensore si chiudono mi stringe tra le braccia, incolla le labbra alle mie e mi ficca la lingua in bocca. Marco dal canto suo non se ne sta fermo, mi prende da dietro mi fa sentire nel solco delle natiche la durezza del suo cazzo, mi morde sul collo, mi afferra il cazzo con una mano e con l’altra mi stringe una tetta.
Pochi secondi per uscire dall’ascensore ed entrare nella loro camera e ci rappallottoliamo. La camera è al buio, chi mi sta davanti ha ficcato la sua lingua nella mia bocca e chi mi sta dietro mi fa sentire nel solco delle natiche la durezza del cazzo, tutto come in ascensore. Quattro mani mi spogliano e io, come un bambolotto inanimato col cazzo duro, lascio fare. Immobile per scelta o incapacità di agire, vengo bloccato, una preda a cui vengono legato le mani per impedirmi di toccare chi sta approfittando di me. Loro si alternano sulle mie parti più erotiche, bocca, cazzo e buco del culo, con le loro stesse parti erotiche.
Non vedo chi è che mi prende avanti, chi dietro, ora sopra, poi sotto. Provo ad andare per esclusione ma quando mi trovo un cazzo che punta al mio buco del culo e un altro alla bocca, il cervello mi esplode, il conto non torna.
La mia reazione fa capire ai miei partner che è arrivato il momento di fare luce.
La stanza si illumina e io vedo che, chi era vestito da maschio, è maschio, chi vestiva da femmina, nuda invece lo è dalla vita in su mentre in giù ha il cazzo in erezione e me lo ha appena poggiato alla bocca o al culo.
La commedia è finita?
No, ora che la sorpresa è svelata si continua a carte scoperte.
Trovarmi davanti Elena che assomma i due sessi, sopra femmina e sotto maschio mi travolge. Avesse avuto tutte le cose giuste il mio desiderio sarebbe stato chiaro e preciso, a una femmina le si scopa la fica. Con una che è femmina sopra e maschio sotto si può desiderare altro. Come un reggipetto, di cui non hanno bisogno perché stanno su come due bocce, le mie mani a coppa accolgono le poppe di Elena. Mi avvicino ficco il naso nello spacco a sentirne il profumo, lei mi ci preme la testa sopra e io tiro fuori la lingua. Lecco quella pelle tesa e liscissima, poi mi attacco con la bocca a un capezzolo, prima lo succhio e poi lo strigo tra i denti, un ahhh di piacere misto a dolore le esce di bocca, eccitatissimo mi sposto sull’altro capezzolo senza lasciare libero quello che ho appena lasciato perché le mie dita lo stanno pizzicando. Anche il suo pene svettante reclama la mia attenzione, ci metto la bocca pur sapendo che non è per titillare una clitoride poco più grande di un cecio, ma per succhiare e ingoiare una mazza grossa e dura più della mia. Della mia posizione a novanta gradi approfitta Marco che mi si mette dietro, fa colare saliva sul cazzo, mi punta e mi penetra. Mente prima al buio hanno solo provato, adesso ho un cazzo in culo e uno in bocca e vedo chi mi sta davanti e chi dietro. In questa posizione detta “del capretto allo spiedo” il mio cazzo non lavora ma con gli orifizi a disposizione e le posizioni adatte si possono fare in tre altre composizioni. Con una rotazione di Elena di cento ottanta gradi facciamo sessanta nove e con Marco dritto dietro uno di noi ci trasformiamo in cento sessanta nove o cento novanta sei. Messi in fila uno dietro l’altro, senza avere il posto fisso facciamo cento undici. Se ci mettiamo in cerchio bocca-cazzo siamo un grosso zero.
Tutta la settimana viene trascorsa a fare le cure termali, i numeri sessuali e a raccontarci il proprio vissuto. Quello dei miei due partner è veramente singolare e sorprendente e va raccontato.
Elena e Marco sono fratelli, di più, sono gemelli monozigoti e non si sono mai separati. Tutte le esperienze le hanno fatte insieme, anche il sesso. Scoprendo la masturbazione, fu naturale farla a sé e all’altro. Con il corpo dell’altro, estensione del proprio, provarono tutto, si presero e si misero il cazzo in bocca e in culo.
Quando si manifestò la voglia d’altro e di altri, si fecero prede e predatori, scoprirono che essere perfettamente identici risultava estremamente eccitante per chi veniva a trovarsi in mezzo a loro. Se si trattava di maschi i ruoli erano scambievoli, con le femmine invece spesso nascevano gelosie. Matteo, non ancora Elena, diventava geloso di Marco quando vedeva nel fratello un maggiore coinvolgimento per la fica che lui non aveva. Questa convinzione lo portò a desiderare di diventare femmina e cominciò la trasformazione con protesi mammarie e depilazione al laser. Quando però Marco si rese conto che completando questo processo si sarebbero fissati i ruoli, lui maschio e Matteo/Elena femmina si oppose e il processo si fermò nello stato in cui, con il mio piacere, mi si è manifestato nella stanza dell’albergo ad Abano Terme.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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